4 aprile 2006
In curling!
Qualche tempo fa sono andato a teatro a vedere il circo. Si', ormai è abbastanza diffusa la pratica di creare spettacoli che stanno a metà tra il corpo libero e la pratica circense, la ginnastica artistica e la danza. Un ottimo incontro direi.
Mi siedo, si spengono le luci e la musica d'intrattenimento si abbassa fino a scomparire. Il silenzio, qualche colpo di tosse e un bambino sorpreso dal buio che chiama la mamma.
Mi aspettavo un'apertura tipo quella del "Cirque du Soleil" che dal vivo non ho mai visto ma di cui conosco la pomposità... o forse mi son fatto in fluenzare dalla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Torino; sarà, ma all'apertura del sipario tutto era differente.
All'ingresso dei personaggi, un'atmosfera da cantina si diffonde nell'aria. Per intenderci, io adoro le cantine, là ci puoi trovare la vita delle persone: ci finiscono i ricordi stratificati a sedimentare in un divenire fossile degli anni e puoi scoprire plastiche fluo-colorate, immagini sbiadite, scritte in rilievo e velieri di carta; e poi l'aria delle cantine è un po' come le madeleines di Proust. La' in cantina tutto acquista un aspetto magico e inspiegabile.
Era come se gli spettatori da 300 fossero diventati 20, seduti su quelle sediole che quando fa caldo i baretti di periferia seminano fuori dal locale per vedere la gente passare, sediole da sagra di campagna insomma, li' ad assistere allo spettacolo con occhi lucidi di felicità.
Uno spazio intimo e raccolto.
Una cosa da estasi.
Passano gli attori, esibendo ciascuno una particolare capacità, ognuno impersonando un personaggio che intreccia la propria storia a quella degli altri.
Poi entra lui: l'uomo Vitruviano, trasformato da concetto geometrico a teatrante scanzonato; un omino costretto a muoversi inscritto in un cerchio di duro metallo col quale ha imparato a convivere.
Rotola, salta e piroetta in giro per il palcoscenico. Si', perche' lui si esibiva li' di sotto, mentre seduta in un cerchio appeso per una fune stava la sua amata, a dondolaresi contemplando quelle evoluzioni.
L'intervallo.
Vado al bagno fischiettando la musica della fisarmonica dello show e mi ritrovo a far pipi' in sincro con un signore di fianco che zuffola lo stesso motivetto, fissando la naftalina in basso.
Vado al lavandino e m'accrogo di vivere in un musical; dallo specchio vedo i partecipanti entrati in scena-bagno piroettare e passarsi le salviette con l'inchino. Forse è un po' troppo.
Lo spettacolo riprende senza musica con una bella trapezista che dondola al centro della scena; ("Respiro") la si vede a tratti da un buco orizzontale rettangolare tagliato in un drappo rosso rubino grande quanto il sipario che la nasconde quando il dondolio è massimo ("Oplà"). Inizia a parlare con i venti spettatori ("Oplà") ("Riprendete posto per favore...") e annuncia le evoluzioni prima di compierle ("Adesso un salto mortale..."), come in un allenamento quotidiano ("Respiro"). E ha un microfono di quelli che sembrano un apparecchio per i denti che si usavano una volta ( "Oplà") che partono dall'orecchio e arrivano all'angolo della bocca ("Respiro"), e si sente il fiato che s'interrompe di colpo (" ") prima del volo ("Oplà")... e riprende quando riafferra l'asticella ("Si guarda il pubblico") e ritorna... e tutti sotto a bocca aperta ("Un sorriso al pubblico") che (Applaudono).
Quando sono uscito ancora fischiettavo soddisfatto.
Andando alla macchina ho visto gli spazzini in Piazza Garibaldi giocare il secondo tempo della semifinale di curling con gli spazzoloni verdi, i bidoni e i sacchetti di plastica rimasti dopo il mercato.
"Non se ne parla, è troppo importante! Lei capisce vero?".
E cosi' ho aspettato che l'incontro fosse finito prima di spostare l'auto dal campo di gioco e guidare leggero verso casa.
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2 commenti:
Guardo la foto e penso: "sembra un collage!",e invece no, io c'ero mentre scattavi...è solo una combinazione fortunata, Alessandria e l'occhio di un artista. Grande Pat!
("Respiro")
prendo ora un lungo respiro dopo aver letto tuttod'unfiato questo post veramente precioso!
Grande blog!
grazie..
un beso
sa
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